Albicocco

Nome comune:

Albicocco

 

Nome scientifico:

Prunus Armeniaca

 

Come si coltiva

Messa a dimora:

Per il trapianto dell’albicocco si scava una buca profonda e larga, indicativamente delle dimensioni di 70 x 70 x 70 centimetri, in caso di terreno pesante anche di più, per assicurare alle radici un buon volume di terra smossa. Se si tratta di mettere a dimora poche piante le buche si possono realizzare manualmente con una vanga o con un badile, mentre se il loro numero è consistente, ha senso avvalersi di una moto trivella. In ogni caso bisogna evitare di fare l’impianto durante i periodi di gelo, quando il terreno è compatto e impossibile da lavorare. Se la terra non è gelata da ottobre a marzo ogni momento è valido per la messa a dimora. All’impianto si effettua anche una concimazione di fondo, che nella coltivazione biologica è basata su fertilizzanti organici e minerali di origine naturale. Tra i primi consideriamo il compost maturo, autoprodotto o acquistato, e il letame maturo, ma anche la cenere di legna, lo stallatico in pellets, la cornunghia, l’humus di lombrico. Tra i secondi ricordiamo soprattutto il solfato di potassio e magnesio e le farine di roccia. L’importante è che i fertilizzanti non vengano interrati in profondità, ma incorporati nei primi 20-25 cm di suolo. Ogni anno poi provvederemo a distribuire nuove dosi di questi benefici concimi eco-compatibili. Oltre ai fertilizzanti, vale la pena provare qualche prodotto a base di micorrize, ovvero funghi benefici che instaurano delle simbiosi con le piante a livello radicale, e che risultano molto vantaggiose in termini di migliore assorbimento di acqua e di nutrienti, e spesso anche come protezione dagli agenti patogeni presenti nel terreno. La pianta si inserisce nella buca, sopra un primo strato di terra smossa, in modo tale che il punto di innesto resti a 10-15 cm sopra la superficie del terreno. La terra verrà compressa con i piedi e alla fine dell’operazione si deve irrigare.

Irrigare

L’irrigazione è necessaria all’impianto e poi anche nei primi 2 o 3 anni di vita della pianta, quando l’apparato radicale è ancora superficiale e non autosufficiente. In seguito le irrigazioni saranno legate al clima e alle precipitazioni. In zone siccitose è importante predisporre un impianto di irrigazione a goccia per i momenti critici, dalla fioritura alla maturazione dei frutti. In ogni caso è importante evitare le irrigazioni sopra chioma, che predispongono la pianta alle malattie fungine, da cui bisogna prendere le massime precauzioni soprattutto in agricoltura biologica.

Pacciamare

Finché la pianta è giovane conviene ridurre la competizione idrica e nutritiva del cotico erboso circostante mediante uno strato di pacciamatura tutta attorno alla proiezione della chioma, meglio se organica come paglia o fieno, che degradandosi andrà ad arricchire il suolo.

Concimare

Ogni anno, come anticipato sopra, è importante somministrare de nuovo nutrimento alla pianta, con gli stessi prodotti organici o minerali naturali elencati sopra. In particolare, i due momenti ottimali per praticare la concimazione sono all’inizio della primavera, per favorire il risveglio vegetativo, e alla fine dell’estate, per aiutare la pianta ad accumulare sostanze di riserva in previsione della stagione di riposo.

 

In cucina:

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Tortini di Cioccolato e Albicocca